Quali sono i nemici dei nostri occhi?

Bruciore, prurito oculare, senso di sabbia negli occhi e in alcuni casi dolore sono alcuni dei sintomi che potrebbero rivelare la sindrome dell’occhio secco.

Si calcola che 1 italiano su 3 sopra i 50 sia affetto da questo disturbo e la maggior parte di questi non ne è al corrente o non si cura.

Anche l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha definito tale patologia sottovalutata.

Ma quali sono i veri nemici dei nostri occhi e cosa bisogna fare per proteggerli.

La causa dell’occhio secco è sicuramente multifattoriale e ognuno di noi in qualche modo è soggetto ad una delle seguenti situazioni.

Agenti atmosferici: Vento, caldo eccessivo, freddo intenso contribuiscono all’evaporazione delle lacrime e gli occhi diventano più asciutti. L’aria secca accelera l’evaporazione e pertanto i condizionatori durante l’estate sono veri e propri “asciugatori” degli occhi.

Dispositivi digitali: l’uso dei computer e degli smartphone è sempre più frequente sia in termini di utilizzatori che di ore; la visione allo schermo crea una maggiore fissazione, si ammicca meno e aumenta l’evaporazione del film lacrimale.

Piscina: I disinfettanti a base di cloro sono fra i più utilizzati nelle piscine in quanto sono tra i più efficaci come disinfettanti e ossidanti. Il cloro è solitamente aggiunto sotto forma di acido ipocloroso (HOCl) o ipoclorito (OCl-). Esso ha il compito di distruggere i microorganismi patogeni presenti nell’acqua. La disinfezione dell’acqua delle piscine è necessaria ed imprescindibile ma, purtroppo, una piscina pulita e disinfettata nasconde delle insidie. Sia i nuotatori più assidui che quelli saltuari, sono soggetti a subire fastidi e a volte danni agli occhi alla pelle o alla respirazione. Il cloro, del resto, è un materiale molto reattivo e a contatto con materiale organico naturalmente presente nell’acqua, ma anche con il sudore e le cellule della pelle, può sviluppare delle sostanze chimiche tossiche. Il cloro può irritare gli occhi, infatti, e ciò succede come reazione alle clorammine, componenti chimiche che si accumulano gradualmente nell’acqua quando non viene trattata e curata nel modo giusto.  L’irritazione seppure non grave nell’immediato, può essere causa di infiammazioni e lesioni tissutali che a lungo andare potrebbe provocare danni più seri alla vista. Il discorso non vale solo per il cloro in piscina ma le irritazioni possono verificarsi anche dopo il bagno in mare a contatto con l’acqua salata. Importante quindi reidratare gli occhi una volta usciti dall’acqua.

Farmaci: è la cosiddetta causa iatrogena; l’assunzione di diversi farmaci può comportare come effetto collaterale il rallentamento della produzione di lacrime naturali e pertanto provocare la secchezza oculare. Tra questi possiamo citare gli antistaminici, i diuretici gli anti depressivi e gli anticoncezionali.

Trucchi e belletti: Chi si trucca deve avere delle accortezze sia nella fase di trucco che nella fase di strucco. Mascara e allunga-ciglia sono veri e propri nemici per la salute deli occhi e occorre stare molto attenti. Molte lesioni agli occhi sono dovute alle spazzole per mascara ci si graffia la cornea e a volte i detriti del trucco rimangono intrappolati sotto lo strato esterno dell’occhio; non bisogna mai mettere il trucco sul bordo interno della palpebra perché va ad ostruire i fori che producono i lipidi, quindi la lacrima sarà di una qualità più scarsa e meno protettiva. Anche durante lo strucco bisogna usare la massima delicatezza; Dopo l’operazione di strucco è probabile che le salviette o i dischetti di cotone, che generalmente vengono utilizzati, oltre a portare via il trucco, per via dello sfregamento sugli occhi, abbiano portato via anche le lacrime naturali, provocando quindi la cosiddetta “secchezza oculare”; oltre ad essere un fastidio che provoca rossore e bruciore oculare, può essere dare luogo ad infiammazioni corneali, che a lungo andare possono provocare seri problemi all’epitelio corneale.

Lenti a contatto: La applicazione di una lente a contatto sulla superficie dell’occhio interagisce con un gran numero di strutture biologiche e stimola una serie di risposte di adattamento. E’ dalle caratteristiche di queste risposte che dipende la capacità di garantire una buona permanenza della lente a contatto sull’occhio. La possibilità di tollerare per lunghi periodi di tempo una lente a contatto sulla superficie oculare dipende quindi dalla capacità del suo materiale costitutivo e della sua forma di stimolare risposte biologiche che siano compatibili con il benessere e la salute dell’occhio e dalla capacità del sistema della superficie oculare di adattarsi alle nuove condizioni.  L’utilizzazione delle lenti a contatto rappresenta uno stress sul sistema della superficie oculare. L’uso della lente a contatto infatti interferisce con i consueti sistemi di adattamento della superficie oculare modificando il comportamento degli epiteli corneo-congiuntivali e della distribuzione, del ricambio e della stabilità del film lacrimale. Queste modifiche sono alla base di eventi infiammatori ed infettivi che rappresentano i maggiori problemi medici associati all’uso delle lenti a contatto.

Fumo: rappresenta uno degli indiziati maggiori dell’aumento del rischio di degenerazione maculare senile: danneggia i piccoli vasi sanguigni nella retina e nel nervo ottico, il che può portare alla perdita della vista.  Chi fuma è a rischio di essere colpito dalla degenerazione maculare legata all’età (AMD) in misura maggiore del 50% rispetto ai non fumatori.  Gli studi sono concordi che il fumo di sigaretta è una potente sorgente di radicali liberi ed in particolare di ROS (reactive oxygen species) ossia un tipo di radicali liberi che sono in grado di automantenersi e amplificarsi.

Luce solare: Sono frequenti le campagne di informazione che raccomandano la protezione della pelle con prodotti cosmetici per combattere l’invecchiamento e la formazione di rughe o di sviluppare melanoma. La stessa attenzione deve essere data alla protezione degli occhi, i quali sono anch’essi esposti ai potenziali effetti dannosi dovuti al sole. La causa del danno è la stessa: i raggi ultravioletti, UvA e UvB, come pure gli orari più critici, cioè quello dell’ora di pranzo. Gli Uv hanno un effetto negativo che si può manifestare con un danno acuto come l’ustione delle palpebre, che rientra ancora nell’ambito dermatologico, o delle cellule epiteliali della superficie della cornea.  Si tratta di cheratocongiuntivite attinica, un principio di scottature che provoca bruciore e rossore degli occhi, può essere di diversa gravità e se è particolarmente forte bisogna andare al pronto soccorso. Per chi ama l’abbronzatura e rimane esposto a lungo al sole (anche per motivi di lavoro come per esempio i bagnini o i pescatori) è possibile che i danni agli occhi si manifestino nel tempo; i danni cronici ci sono già alla fine dell’estate.  Particolarmente colpito dal danno cronico è il cristallino che per sua natura tende a opacizzarsi e sviluppare la cataratta, ma il sole accelera tale processo. Per proteggere gli occhi è sufficiente indossare un paio di occhiali da sole che però devono avere dei requisiti, il più importante è la presenza di un filtro per gli Uv. Non utilizzare occhiali da sole di scarsa qualità poiché non riparano i nostri occhi dai raggi dannosi.

La vista rappresenta oltre 80% delle nostre percezioni ed è importante salvaguardarla fin da piccoli. Poche accortezze possono garantirci di allontanare nel tempo il fisiologico degenerare della vista.

Buona norma è mantenere correttamente umettata e lubrificata la superficie oculare, utilizzando lacrime artificiali per evitare l’insorgere di fastidiose infiammazioni che nel tempo possono essere la causa di problematiche ben più serie per i nostri occhi.

Stampa